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Arcidiocesi Metropolita di Catanzaro e Squillace.
Vicaria di Soverato.

 

LA PIETÀ DI ANTONELLO GAGINI (1521)

 

Canta leggenda che per ottenere la statua il beato Zumpano facesse riemergere dallo Stretto di Messina un blocco di marmo che vi era affondato in un nubifragio, e convertisse cosi il padrone della nave.
Sappiamo che Antonio Gagini, della famiglia palermitana lasciò opere in tutta la Calabria , completò il lavoro nel 1521.
L’Opera Proviene dal convento di Santa Maria della Pietà, che subì danni dal terremoto del 1783: in marmo bianco carrarese, raffigura la Vergine avente in grembo il Cristo morto; sul lato anteriore del basamento, nell’ordine, San Michele Arcangelo, San Tommaso d’Aquino che calpesta Averroè, attorniati da un gruppo di persone che leggono, e San Giovanni battista.
Dopo decenni di dimenticanza, il gruppo, restaurato a Firenze, fu esposto nella Chiesa matrice di Soverato Superiore.
La bella statua porta nel volto della madonna i segni di un profondo, umanissimo dolore, assai lontano dal modello della Pietà di Michelangelo.
Serena è invece la morte del Cristo. Il lavoro è assai accurato.
Il convento di santa Maria dopo il terremoto restò abbandonato. Gli arredi sacri vennero divisi tra Soverato e Petrizzi.
La “Deposizione” fu causa di una serie di liti fra contendenti, finché, non venne posta su un carro di buoi senza conducente, e affidata alla volontà di Dio; i buoi presero la via di Soverato.

Foto 1 Facciata Foto 2 Facciata Foto 2 Facciata
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(foto di Gregorio ABRUZZO)

 

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